Incidenti in montagna: accorgimenti e comportamenti per prevenirli
1. Vivere la montagna in sicurezza
2. Accorgimenti e comportamenti da adottare prima e durante un’escursione a piedi per prevenire gli incidenti in montagna
3. Il numero unico europeo di emergenza 112 e le squadre di soccorso in montagna
4. Incidenti in montagna: cosa fare in caso di una reale emergenza
INTRODUZIONE
Negli ultimi anni le attività outdoor come l’escursionismo, il trekking e l’e-biking si sono notevolmente diffuse; di pari passo è aumentata la frequentazione della montagna da parte di un’utenza piuttosto inconsapevole e digiuna di “codici” comportamentali e di conoscenza dell’ambiente montano. Parallelamente gli interventi di soccorso in montagna a seguito di chiamate al numero unico europeo di emergenza 112 sono aumentati ad un ritmo impressionante. Una efficiente ed efficace macchina operativa è a disposizione della popolazione ed è pronta ad intervenire in caso di incidenti in montagna.
1) Vivere la montagna in sicurezza
L’ambiente montano offre ai suoi frequentatori molteplici opportunità di svago e relax. Ognuno può svolgere attività adatte al proprio livello di preparazione fisica, età, capacità tecniche. Oramai in tutte le vallate dolomitiche ed alpine è ampia l’offerta tra:
1. tranquille passeggiate intorno ai laghi e nei profumati boschi di abete rosso, larici e pini cembri;
2. escursioni a tema e percorsi didattici per famiglie con bambini;
3. escursioni a piedi in ambiente di media montagna con diversi livelli di difficoltà;
4. escursioni in mountain-bike ed e-bike;
5. arrampicata su roccia ed alpinismo.
Gli ospiti delle località turistiche montane possono richiedere informazioni ed appoggiarsi ai diversi enti locali per vivere in sicurezza ed apprezzare ancora di più la propria vacanza “attiva”. Gli uffici turistici, le guide alpine e gli accompagnatori di media montagna, le scuole e le guide di mountain-bike, i rifugi sono a disposizione degli amanti della montagna e offrono un supporto professionale indispensabile a chi non è esperto o non conosce la località di soggiorno.
Purtroppo i sempre più numerosi incidenti in montagna dimostrano che molte persone affrontano con troppa leggerezza ed incoscienza l’ambiente montano.
2) Accorgimenti e comportamenti da adottare prima e durante un’escursione a piedi per prevenire gli incidenti in montagna
Entro qui nel dettaglio dell’escursionismo a piedi. Presento un vademecum dei principali accorgimenti e comportamenti da adottare prima e durante un’escursione a piedi per prevenire gli incidenti in montagna:
1. informarsi sulle condizioni dei sentieri che si vogliono affrontare e sull’apertura dei rifugi
2. controllare le previsioni meteorologiche e l’andamento del tempo nel medio termine
3. pianificare e programmare l’itinerario per tempo ed in modo accurato, tenendo conto della propria esperienza, età, preparazione fisico-psichico-tecnica e delle caratteristiche dell’itinerario (dislivello in salita e in discesa; distanza; terreno difficile, esposto, poco segnalato…). Molti incidenti in montagna succedono perché le persone calcolano male (o addirittura non calcolano) i tempi di percorrenza, le pause, le difficoltà, le proprie capacità
4. evitare di intraprendere l’escursione da soli senza un compagno
5. indossare calzature adatte (scarponi da montagna o scarpe da trekking robuste con suola antiscivolo tipo Vibram) ed abbigliamento adatto alla stagione e al meteo
6. controllare il proprio equipaggiamento prima di partire per l’escursione. Da portare sempre con sé: zaino, bastoncini telescopici da trekking, cartina topografica con la sentieristica della zona interessata, GPS, giacca Goretex (antipioggia e antivento), giacca pesante tipo piumino, borraccia con acqua/bevanda e snack (alimento energetico tipo barretta o cioccolata), T-shirt di ricambio, felpa, occhiali da sole e crema solare, cappellino da sole e fascia (tipo “Buff”), coprizaino (antipioggia), kit di pronto soccorso, telefono cellulare, power bank, berretto e guanti in lana
7. informare conoscenti, parenti o amici sull’itinerario che si vuole seguire e la destinazione che si ha intenzione di raggiungere
8. in caso di maltempo o incertezze lungo il percorso non avventurarsi ma applicare il principio della prudenza e tornare indietro sui propri passi
9. alimentarsi e bere adeguatamente
10. essere sempre vigili e concentrati. Prestare attenzione all’ambiente circostante e alle condizioni metereologiche
11. se si è alle prime esperienze in montagna o non si conosce il territorio, affidarsi alla guida competente delle guide alpine e degli accompagnatori di media montagna.
3) Il numero unico europeo di emergenza 112, il 118 e le squadre di soccorso in montagna
Una efficiente ed efficace macchina operativa è a disposizione della popolazione ed è pronta ad intervenire in caso di incidenti in montagna.
La squadra degli angeli della montagna è composta da:
1. SUEM (Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica)
2. Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
3. Guardia di Finanza, Esercito, Vigili del Fuoco
4. Aiut Alpin Dolomites
5. Bergrettungsdienst im Alpenverein Südtirol (Soccorso Alpino dell´Alpenverein Südtirol).
In caso di emergenze ed incidenti in montagna occorre chiamare il numero unico europeo di emergenza 112 o il 118: il richiedente deve mantenere la calma e rispondere alle domande dell’operatore. Entro un minuto la chiamata viene trasferita alla centrale operativa competente che attiva il soccorso. La chiamata è gratuita; con il cellulare è possibile chiamare anche sulle reti di altri operatori nel caso in cui la rete del proprio operatore non sia disponibile. Però non è possibile effettuare la chiamata d’emergenza se ci troviamo in una zona dove manca completamente la rete (nessun operatore disponibile): in questo caso è necessario spostarsi rapidamente fino a raggiungere una minima copertura di campo. Se persiste l’assenza di campo per telefonare, è buona norma inviare un SMS sintetico di allarme ad almeno 5 numeri di persone con più elevata probabilità di ricezione
Le applicazioni salvavita Where ARE U e GeoResq permettono di effettuare in modo assistito una chiamata di emergenza, inviando automaticamente i dati sulla propria posizione ed altre informazioni inserite al momento della registrazione (dati personali).
L’escursionista previdente deve verificare se nella regione in cui svolge la sua gita sia attivo il 112 o il 118 e quale applicazione salvavita.
4) Incidenti in montagna: come comportarsi in caso di un’emergenza
Purtroppo negli ultimi anni la cronaca estiva parla ogni giorno di continui incidenti in montagna e interventi da parte delle squadre di soccorso. Le chiamate al 112 e al 118 sono solo in parte dovute ad emergenze mediche (malori, infortuni). Infatti è alta la percentuale di richieste di soccorso a causa dell’incapacità durante l’attività svolta: escursionisti stremati incapaci di proseguire il cammino, escursionisti mal equipaggiati sorpresi dal maltempo o dalla neve, escursionisti che perdono la traccia e restano bloccati. Inoltre molti incidenti traumatologici (fratture, distorsioni, slogature) avvengono durante la discesa perché non si indossano calzature idonee o perché si percorrono sentieri impegnativi non adatti alle proprie capacità.
Nel malaugurato caso in cui dovessimo essere testimoni di un incidente dovuto ad un malore o ad un infortunio, dobbiamo, innanzitutto, mantenere la calma e chiamare i soccorsi (112 o 118).
Dopo che ci siamo accertati che non sussistono pericoli per noi (caduta sassi, pendii scivolosi con pericolo di caduta…), prestiamo aiuto al soggetto traumatizzato (è vietato non fare nulla!) in attesa delle squadre di soccorso. Il primo soccorso prevede le seguenti misure salvavita:
1. bloccare le emorragie gravi se presenti (arteria femorale, bacino, addome, collo)
2. controllare le vie respiratorie (bocca e naso) e liberarle se ostruite
3. controllare la respirazione: se il soggetto traumatizzato è incosciente e non respira dobbiamo rianimarlo con la rianimazione cardiopolmonare (massaggio cardiaco e ventilazione artificiale con lo schema 30:2); se è incosciente e respira va messo nella posizione laterale di sicurezza
4. in caso di infarto o di respirazione affannosa (difficoltà nel respirare), la persona traumatizzata va messa in posizione semiseduta con le braccia aperte
5. in caso di shock (i sintomi che si riscontrano sono: cute fredda e pallida, brividi, pressione bassa, difficoltà respiratorie, letargia, assopimento fino alla perdita di coscienza) il soggetto traumatizzato va messo in posizione anti-shock solo se è cosciente (posizione supina con le gambe alzate a 45°). Inoltre dobbiamo controllare continuamente la respirazione e lo stato di coscienza
6. in caso di trauma cranico (osserviamo ematomi e botte, cerchi neri intorno agli occhi, perdita di sangue dal naso o dalle orecchie, vertigini e confusione), la persona traumatizzata va messa in posizione supina con le gambe tese e il busto sollevato a 30°
7. dobbiamo sospettare una lesione alla colonna vertebrale se l’infortunato resta immobile, non muove la testa, non riesce ad alzare ed abbassare braccia e gambe e se palpando il suo corpo non ha sensibilità (il paziente non “sente” le gambe, le braccia…): in questo caso testa e collo vanno immobilizzati con la “presa al collare”
8. se ci sono lesioni articolari o muscolari (distorsioni, lussazioni, fratture) dobbiamo, a seconda del caso, immobilizzare l’arto o comprimere con un bendaggio di compressione. Raffreddare con ghiaccio (cold pack). Non riposizionare fratture e lussazioni
9. eventuali altre situazioni problematiche sono il colpo di sole ed il colpo di calore, il morso di zecca ed il morso di vipera.
Il soggetto traumatizzato non va spostato anche se cosciente, va coperto e tenuto al caldo. Inoltre non bisogna somministrare medicinali, cibo, bevande.
Infine attendiamo l’arrivo dei soccorsi continuando a sorvegliare la persona traumatizzata e tranquillizzandola. Teniamo libera la linea del numero utilizzato per chiamare i soccorsi: l’operatore del 112/118 potrebbe richiamarci per ulteriori chiarimenti o istruzioni. L’intervento di soccorso può avvenire con l’elicottero se le condizioni meteo ed ambientali lo permettono e la gravità del paziente ne giustifica l’utilizzo: in tal caso bisognerà sgomberare l’area da persone ed oggetti, mettersi in piedi nella posizione “YES” con le mani alzate (“sì, abbiamo bisogno di soccorso: atterrate qui”) ed aspettare fermi sul posto per tutta la durata del sorvolo. In fase di atterraggio, bisogna accovacciarsi restando sul posto con le mani alzate. Dopo che l’elicottero è atterrato, dobbiamo attendere che un membro dell’equipaggio ci porti fuori dalla zona di pericolo.